SALERNO: 2 GIUGNO 2025 CERIMONIA FESTA DELLA REPUBBLICA

02 giugno 2025 - ore 19,00
2_giugno.jpgIn occasione del 79^ anniversario della “Festa della Repubblica” si è svolta stamane, presso il “Parco del Mercatello” della Città di Salerno, la tradizionale cerimonia organizzata dal Prefetto di Salerno, Francesco Esposito.
Le autorità civili, militari e religiose della provincia hanno assistito all’Alzabandiera solenne sulle note dell’Inno d’Italia, eseguito dell’ensemble di fiati del Liceo Statale “Alfano I” di Salerno, diretti dal maestro Pasquale Occhinegro e dai bravissimi componenti del Coro “Mani Bianche” di Salerno, diretto dalla professoressa Marina Del Sorbo, che hanno accompagnato la manifestazione con le loro esibizioni, trasmettendo emozioni e tanto entusiasmo.
La Festa si è svolta in un clima di grande partecipazione, anche da parte di giovani e famiglie accorsi numerosi per rendere testimonianza attiva della celebrazione della nostra Repubblica e dei suoi valori di libertà e democrazia.
Tra i protagonisti della mattinata diverse scolaresche della Città di Salerno: Istituto Santa Caterina da Siena-Amendola; Istituto Comprensivo Statale Rita Levi Montalcini; Istituto Superiore Basilio Focaccia; Istituto Superiore Galilei-Di Palo; Istituto Comprensivo Monterisi-Don Milani; Liceo Torquato Tasso.
I ragazzi della Consulta Provinciale degli Studenti hanno invitato alla riflessione sui valori fondanti della Repubblica attraverso una “box virtuale” con cui, nelle scorse settimane, è stata sottoposta agli studenti degli istituti scolastici della provincia la domanda “cosa possiamo fare noi per vivere la Repubblica ogni giorno”. Le risposte sono state poi trascritte ed esposte su dei pannelli realizzati dagli stessi ragazzi della Consulta.
Il momento della consegna delle onorificenze è stato allietato dal violino del maestro Daniele Gibboni e dal pianoforte del maestro Antonio Di Marco.
Nel corso della cerimonia il Prefetto Esposito ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato a rendere possibile la celebrazione, svoltasi per la prima in un parco cittadino, e ha dato lettura del messaggio augurale del Presidente della Repubblica, che ha richiamato l’attenzione sul «compito di attuare in concreto gli ideali costituzionali, di renderli vivi nella società quale costante criterio ispiratore delle scelte, è una missione mai esaurita, affidata ogni giorno anzitutto alla premura di quanti, con dedizione e competenza, prestano la loro opera nelle istituzioni e nella societa civile».

A seguire, il Prefetto ha salutato la “Festa della Repubblica” con queste parole:

«Rivolgo un saluto alle autorità civili militare e religiose, alle cittadine e ai cittadini che hanno voluto essere qui con noi oggi e soprattutto ai giovani.
Settantanove anni fa, con il referendum del 2 giugno 1946, gli italiani, scelsero la Repubblica.
Quel 2 giugno 1946 donne e uomini elessero anche l’Assemblea costituente, dando avvio a una nuova storia del nostro Paese.
I nostri Padri costituenti dopo discussioni a volte aspre e confronti tra diverse visioni del mondo, approvarono la Costituzione a larghissima maggioranza perché avevano imparato – pagandolo anche con privazioni, esilio, prigionia e sangue versato – che il rispetto verso l’altro, le sue idee, le sue diversità sono il presupposto di ogni pacifica convivenza civile. La Costituzione condensa magistralmente la loro felice unione d’intenti per perseguire la giusta ambizione di non essere il documento di un giorno o di un anno, ma il patto di convivenza che avrebbe dovuto guardare al futuro, guidare le generazioni nell’avvenire.
Aldo Moro, durante i lavori dell’Assemblea costituente, descrisse con un’immagine ancora oggi molto efficace l’importanza di unirsi nel comune obiettivo di definire una formula di convivenza: “Se nell’atto di costruire una casa comune, nella quale dobbiamo ritrovarci ad abitare insieme, non troviamo un punto di contatto, un punto di confluenza, veramente la nostra opera può dirsi fallita”.
La grande forza e la lungimiranza della Costituzione sono proprio nell’aver creato un patto tra generazioni: un “progetto” che guarda al futuro.
Patto che va rinnovato di generazione in generazione: per questo motivo assume un significato profondo festeggiare la Repubblica insieme a tanti ragazzi.
Ricordiamoci che la storia della nostra Italia, della Repubblica è stata costruita soprattutto da giovani che ispirati da un sogno hanno voluto cambiare il mondo per renderlo migliore. Perché il mondo da cui provenivano aveva prodotto soprusi, guerra, ingiustizia, fame, distruzioni. Mameli l’autore del nostro Inno morì a 21 anni combattendo per difendere la Repubblica Romana del 1849, i ragazzi del ’99 furono chiamati alle armi nel 1917 per difendere la patria nella prima guerra mondiale, durante la seconda guerra mondiale furono tanti i giovani che combatterono e morirono, opponendosi alla dittatura e all’occupazione nazifascista, senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere per restituire all’Italia unità, dignità e libertà.
Ringrazio le scuole e la Consulta studentesca. La loro presenza qui ci riempie di fiducia.
I ragazzi si sono chiesti “cosa posso fare ogni giorno per vivere la Repubblica”? Tra le risposte raccolte c’è un filo conduttore che ritorna più volte e deve farci riflettere: il rispetto. Hanno individuato con naturalezza e convinzione il fulcro su cui poggia la
nostra Repubblica e su cui dobbiamo fare leva per dare piena attuazione ai valori della nostra Costituzione.

La “cultura del rispetto”.
Rispetto è valore universale in ogni dimensione. Rispetto verso sé stessi, rispetto verso gli altri, rispetto verso il pianeta: rappresenta il primo passo per una società moderna che intende assumere come principi fondanti: la tutela della dignità umana, della libertà, dell’unità, della democrazia, della solidarietà, della sostenibilità. Rispetto è l’antidoto contro l’odio, la discriminazione, la violenza e la prepotenza. Rispetto significa esercitare le nostre libertà riconoscendo che convivono con quelle degli altri, significa saper dissentire senza prevaricare, portare avanti il proprio impegno con la forza delle idee non con la violenza, saper accettare le sconfitte. Rispetto soprattutto verso i più fragili e gli indifesi. Rispetto verso chi c’era prima di noi e chi verrà dopo di noi. “Dite ai giovani che il mondo esisteva già prima di loro e ricordate ai vecchi che il mondo esisterà anche dopo di loro” (Paolo VI).
Ecco, penso che questa sia l’idea fondante della Repubblica e della Costituzione che ci hanno trasmesso i nostri Padri: per essere parte di un progetto che s’invera ogni giorno nei comportamenti, nelle scelte, nell’assunzione di responsabilità dei suoi cittadini, come singoli e come comunità, a tutti i livelli e in qualunque ruolo. Un progetto che si tramanda.
Piero Calamandrei, che della Costituzione fu uno degli artefici più importanti, ci ha lasciato parole significative: «La Costituzione in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di un lavoro da compiere.
Quanto lavoro avete da compiere. Quanto lavoro vi sta dinanzi!»
Perciò possiamo e dobbiamo chiederci a che punto è il nostro cammino.
Oggi come allora, dobbiamo continuare sulla strada illuminata dal faro della nostra
Carta costituzionale. La nostra Costituzione è ancora un programma aperto, una Costituzione che apre le vie verso un avvenire in cui le libertà si rinsaldano e crescono se si superano le disuguaglianze economiche e sociali e la vera pace potrà essere conquistata solo se ci sarà rispetto tra le persone e tra i popoli.
Evocare i grandi principi non basta. Perché essi possano realizzarsi bisogna impegnarsi per viverli e farli vivere.
Tocca a voi giovani ora continuare a scrivere la storia della Repubblica. Scegliete gli esempi, i modelli, le tante cose positive da custodire di questa nostra Italia. E poi preparatevi ad essere voi protagonisti del nostro futuro.
Siate sentinelle di questi principi e ricordate che una delle caratteristiche dello spirito repubblicano è l’allegria, che nasce dall’ottimismo, dalla fiducia reciproca. Coltivate lo spirito creativo che avete portato in questa giornata di sole, facendovi coinvolgere sempre più in imprese comuni, giorno dopo giorno.


Tocca anche a Noi adulti, più avanti con gli anni, accompagnare i giovani, non tanto con le parole ma con l’esempio, con i nostri comportamenti in famiglia, nella società, sul lavoro. I nostri ragazzi ci guardano non deludiamoli.
L’esempio va riconosciuto, incoraggiato e preso a testimonianza. Ecco perché tra poco consegneremo le onorificenze al merito della Repubblica.

È proprio questo il senso profondo di questa festa.
La Repubblica siamo noi, tutti noi, viviamola ogni giorno.
Viva l’Italia, viva la Costituzione, viva la Repubblica!»