Napoli: riprende la battaglia per dire basta a tavolino selvaggio. Una petizione con oltre 2.100 firme a prefetto, questore e sindaco
22 aprile 2025 - ore 20,00

" Particolarmente evidente il fenomeno nel quartiere collinare del Vomero - puntualizza Capodanno - dove oltre ai marciapiedi le occupazioni di suolo, peraltro senza un progetto organico che le uniformasse, hanno riguardato segnatamente i tratti pedonalizzati di via Scarlatti e di via Luca Giordano. Una situazione che non solo crea problemi ai pedoni, costretti a far lo slalom tra gazebo tavolini e sedie, ma riguarda anche i mezzi d'emergenza e di soccorso ".
" Di recente - sottolinea Capodanno - ho personalmente assistito a una scena che ha dell'incredibile. Un'ambulanza che ha imboccato l'ultimo tratto pedonale di via Luca Giordano, sfrecciando, a sirene spiegate e a forte velocità, a pochi centimetri dalle persone sedute ai tavolini di alcuni bar, tavolini che erano stati collocati fuori dai gazebo. Una scena che ha lasciato i presenti senza fiato e che purtroppo non è la prima volta che si verifica, dal momento che la presenza di tanti tavolini, posti su ambedue i lati della carreggiata, costringe gli autoveicoli autorizzati a circolare nei tratti pedonalizzati a delle vere e proprie gimcane per poter passare, con possibili conseguenti pericoli ".
" Diciamo basta a “tavolino selvaggio” – sottolinea Capodanno -. Oramai nel capoluogo partenopeo i marciapiedi hanno in gran parte perso la funzione per la quale furono realizzati, come ricorda anche la loro etimologia. Tra dehors, gazebo, ombrelloni, tavolini, sedie e orpelli vari, che si vanno ad aggiungere a buche, cumuli d’immondizia e motocicli in sosta, per i pedoni e segnatamente per le persone diversamente abili, con problemi di deambulazione, transitare sui marciapiedi o nelle isole pedonali si è trasformata in un’impresa titanica, a volte addirittura impossibile. Non se ne può più! Per queste ragioni chiediamo alle autorità preposte di mettere in campo, in tempi rapidi, tutti i provvedimenti necessari, attivando le azioni consequenziali per liberare marciapiedi e carreggiate, con l’eliminazione, in particolare, di tutte quelle strutture che impediscono il normale transito sia dei mezzi di pronto intervento che dei pedoni, segnatamente delle persone diversamente abili, peraltro sovente in aperto contrasto con le normative al riguardo vigenti e, in qualche caso, anche prive delle necessarie autorizzazioni “.