CASTELLAMMARE DI STABIA: SOS COLLINA DI VARANO

09 luglio 2020 - ore 14,04
disboscamento_collina_circum_2.jpgDisboscamento collina circum  Lavori PER raddoppio binario Circumvesuviana tratta Napoli-Sorrento altezza tunnel di Varano fermata via Nocera.

"Trivellare la collina di Varano significa colpire al cuore la storia di Castellammare di Stabia"

Il WWF Terre del Tirreno con un dettagliato esposto - inviato alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, al Ministero dell'Ambiente, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla Soprintendenza di Napoli e Provincia, alla Regione Campania Genio Civile e Difesa Suolo, alla Stazione Carabinieri Forestale e alla Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia - ha denunciato i lavori in atto all'altezza del tunnel di Varano della Circumvesuviana a Castellamare di Stabia, per tentare di salvare il bacino archeologico dell'antica Stabia dall'azione delle ruspe!

Il WWF aveva già segnalato ad aprile, durante il lock-down, l’attività di taglio a raso della vegetazione e degli alberi sulla scarpata soprastante la stazione Circumvesuviana di Castellammare-centro. Giorni fa l’associazione del panda ha inviato un ulteriore esposto sul proseguo delle operazioni di taglio, che si stanno svolgendo, tra l’altro, in un sito ad alto rischio di franosità di versante. Il WWF sottolinea come con l’eliminazione della copertura boschiva stia venendo meno anche la preziosa funzione delle piante di trattenimento del terreno e delle rocce!
Inoltre le attività di disboscamento a raso si stanno mettendo in essere in un periodo in cui si provocano gravi danni alla biodiversità e alla fauna ed avifauna selvatica che è nel pieno dell’attività di nidificazione e accudimento dei piccoli, contravvenendo ai criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde richiamati nel recente Decreto 10 marzo 2020 del Ministero dell’Ambiente.
A tutto ciò si aggiunge l’aspetto culturale ed archeologico: un tesoro d'inestimabile valore che rischia di sparire sotto i colpi delle trivelle.

“Infatti, se dovessero partire i malaugurati lavori di sbancamento della collina, la soprastante Villa Arianna e la sottostante Grotta San Biagio sarebbero a rischio crollo a causa delle incessanti vibrazioni. Manco a farlo apposta i due gioielli d'arte stabiese si trovano l'uno sopra l'altro. Grotta San Biagio è uno straordinario ipogeo paleocristiano situato a quattro metri di profondità mentre Villa Arianna è una domus d'otium del I secolo avanti Cristo ubicata trenta metri più sopra!
Dalla Grotta, prima che diventasse una basilica, si estraeva il tufo per le ville sovrastanti raggiungibili attraverso viottoli che mettevano in contatto le due strutture.
In seguito al terremoto dell'80, la collina di Varano fu soggetta ad alcuni smottamenti e per consolidarla si procedette a una colata di cemento che se, da una parte, ne preservò la staticità dall'altra ne distrusse botteghe e stradine. A fine giugno, nell'area soggetta a sbancamento, è riemersa una misteriosa galleria che potrebbe condurre nella Stabia romana e quindi in alto verso Villa Arianna oppure in basso nella Stabia medievale a Grotta San Biagio.
Se partissero i lavori del traforo di Varano, le trivellazioni metterebbero a serio rischio la staticità dei due monumenti. È opportuno puntualizzare che Grotta San Biagio, quarant'anni dopo il terremoto dell'80, è ancora puntellata lungo l'intero perimetro e le sue pitture, che spaziano dal VI al XV secolo, non reggerebbero all'aggressività delle trivelle.

Che rispetto c'è per un monumento vincolato dal Ministero dei Beni Culturali col decreto ministeriale del 4.12.1984 e notificato il 31.01.1985? Attualmente la Grotta si trova sotto la giurisdizione della Soprintendenza napoletana, del Parco Archeologico di Pompei, del Comune stabiese e della legittima proprietaria! Lo stesso discorso vale anche per la staticità di Villa Arianna (dotata di una magnifica architettura e di stupende pitture) continuamente in fase di restauro.
Per un progetto, francamente senza senso - conclude Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno - Castellammare rischia di perdere due autentici attrattori culturali!”


Di seguito stralcio della nota WWF:

Premesso che:

- nel maggio 2019 il Consiglio Comunale della Città di Castellammare di Stabia ha votato un atto deliberativo per realizzare sulla tratta della Circumvesuviana un doppio binario, dalla nuova stazione di viale Europa in costruzione, fino alla stazione di Castellammare centro;
- tale intervento prevede il raddoppio dell’attuale tunnel con la realizzazione di un traforo di circa 500 metri (più ampia di quella esistente) per consentire il passaggio contemporaneo di due treni.

Considerato che:

- l’opera in questione ci appare inutile, in quanto non varia nè le tempistiche di percorrenza, ne offre tangibili miglioramenti sulla linea (il raddoppio dei binari è limitato solo al tratto in questione ritornando di fatto a binario unico già dalla stazione di Castellammare centro);
- il traforo interessa un’area di particolare pregio archeologico, come dimostrano le Ville residenziali d’epoca romana di Stabiae edificate lungo il ciglio del pianoro, nonché l’esistenza di Grotta S. Biagio, ipogeo dei Santi Giasone e Mauro, tempio pagano, al cui interno sono conservati affreschi in stile bizantino e longobardo;
- inoltre il fronte del pianoro Varano-Scanzano, attraversato in antichità dal rivo Vernotico/Cannetiello, era frequentato già in età romana: sopra c’erano le ville d’otium, sul fronte costruzioni per contenere la ripa (individuate da Libero d’Orsi negli anni Cinquanta attorno a Grotta San Biagio e rimesse alla luce quando fu consolidata la collina di Varano nel 1984), ai piedi una strada romana, sepolture ed edifici. Lo schema architettonico di Varano appare analogo a quello di Scanzano;
- nel 1934 costruendo la stazione della Vesuviana sono emersi resti di tombe e di strutture in opera reticolata. I rinvenimenti archeologici di piazza Unità d’Italia hanno confermato queste ipotesi;
- negli anni ottanta del XX secolo costruendo la Variante Sorrentina furono scoperte ville romane e un santuario sannitico di età preromana, e l’impatto ambientale fu notevole;
- l’area oggetto dei lavori è ad alto rischio idrogeologico e già interessata da gravi eventi franosi in passato;
- ogni qualvolta si procede con grossi scavi e alterazioni della struttura geomorfologica di un territorio, tra l’altro sede di un bacino idrografico delicatissimo (siamo nella città delle acque!), si mette inevitabilmente in discussione l’assetto geologico del sito stesso;

Visto che:

- il dirigente del comune di Castellammare, ing. Giuseppe Terracciano, ha comunicato in una nota che i lavori per la realizzazione del tunnel, appaltato dall’EAV, società pubblica beneficiaria dei finanziamenti della Regione Campania, destinati ad attraversare la collina di Varano per il raddoppio dei binari della Circumvesuviana, non possono ancora iniziare giacché manca parere della città Metropolitana e di riflesso la successiva delibera del Consiglio Comunale;
- nonostante la nota in questione, c’è un cantiere aperto con lavori in corso - senza che gli operai rispettino le norme antinfortunistiche come apparso in un video pubblicato sui social;
- i lavori stanno comportando il proseguo del taglio degli alberi fin sopra al pianoro aumentando di fatto l’instabilità e il rischio idrogeologico dello stesso;
- è stata documentata la presenza di una trivella utilizzata si presume per operare carotaggi;
- inoltre in questi giorni è apparso sui social un video in cui si evidenzia una grotta spuntata dopo il taglio della vegetazione e successivamente chiusa, parrebbe, con materiali di risulta;
- a mezzo stampa abbiamo appreso, dalle parole del Presidente dell’Eav Umberto De Gregorio, che “non trattasi di lavori concernenti il tunnel, ma di lavori propedeutici a quelli che saranno autorizzati!”


Alla luce di tali considerazioni il WWF ha chiesto un urgente intervento atto a verificare se sussistano tutte le autorizzazioni prescritte dalla legge per l’esecuzione dei lavori e se tali opere, parrebbe propedeutiche ai futuri lavori da autorizzarsi, non rischiano piuttosto di creare danni irreparabili al patrimonio paesaggistico, ambientale, idrogeologico ed architettonico della città di Castellammare di Stabia. Nelle more di ogni accertamento il WWF ha chiesto, in via precauzionale e preventiva, di valutare l’ipotesi di una immediata sospensione dei lavori in atto.
















 
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