Skipper salernitano scomparso nell’Oceano, la famiglia: ‘Speriamo sia stato salvato da qualche tribù della zona’

20 agosto 2019 - ore 16,00
A due mesi di distanza dalla scomparsa di Rocco Aco­cella nessuna traccia, fino ad ora è stata rinvenuta. La famiglia si è attivata fin da subito nelle ricerche, tanto da raggiungere la zona dove, ipoteticamente, si trova il giovane skipper ven­tinovenne di Salerno, partito a bordo di un trimarano per una tra­versata in solitaria. Rocco, dopo aver lasciato la fidan­zata Annabel Adler, a Saint Martin, nelle Antille fran­cesi, con un trimarano di otto metri battente bandiera inglese, il Trinavis, era diretto in Co­lombia, atteso nel porto di Barranquilla la notte tra il 28 e il 29 giugno, per fare da guida a un gruppo di giovani turisti per conto di un tour operator internazionale. Rocco non è mai arrivato in Colombia. La famiglia ha immediatamente lanciato l’allarme. Ad oggi le ricerche non hanno prodotto alcun risultato nonostante la fami­glia abbia diffuso immagini del giovane anche nella giungla, con la foto del ta­tuaggio del giovane skipper così da permettere un even­tuale riconoscimento. In­tanto, la famiglia Acocella non si arrende: alcuni componenti della famiglia si sono re­cati sul posto per effettuare ricerche private con mezzi aerei, accompagnati da pi­loti ed esperti di “search and rescue”. Le ricerche svolte si sono concentrate sulle aree di possibile impatto a terra dell’imbarcazione lungo le coste di Colombia, Panama, Costa Rica e sulle isole anti­stanti. Intanto, continuano le ricerche anche via terra: si teme, infatti, che Rocco possa trovarsi in una zona deserta. A sostenere la spesa dei soccorsi aerei la famiglia di Rocco che sta conti­nuando a diffondere volan­tini nella zona tra il centro e sud America. La speranza dei familiari è quella di ritro­vare Rocco ospite di qual­che tribù infatti come ha spiegato la cugina Carla Acocella: “In queste aree ci sono tratti abitati, anche una miniera, ma altrettante zone di foresta, abitate da tribù che non hanno né elettricità né mezzi di comunicazione. La famiglia spera che po­trebbe avere trovato soc­corso in una di queste comunità ma che non riesca a farlo sapere”.