Napoli: Dopo la vergogna di San Gregorio Armeno, con le statuine dedicate a Hitler i commercianti di Pizzofalcone decidono di mettere le insegne dei loro negozi con le scritte in napoletano.

14 dicembre 2018 - ore 14,56
nuove_insegne_in_napoletano_a_pizzofalcone_per_il_natale.jpgNuove insegne in napoletano a Pizzofalcone per il Natale"Una delle zone più antiche di Napoli, Pizzofalcone, dove lo scrittore Maurizio De Giovanni ha ambientato una delle sue serie di maggiore successo, ritrova le sue radici culturali e tradizioni nel periodo natalizio. In un momento storico in cui San Gregorio Armeno tristemente perde la sua identità - raccontano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il conduttore radiofonico Gianni Simioli - assurgendo alle cronache sopratutto per trovate commerciali di dubbio gusto come la statuina di Hitler alcuni dei commercianti storici di Pizzofalcone hanno deciso di realizzare insegne e segnaletica dei loro negozi con i nomi in napoletano e così le insegne il barbiere, il fruttivendolo e il salumiere diventano nuovamente: o' barbiere, o' fruttaiuolo, o' salumierè. E' un modo diverso anche per attrarre turisti anche in luoghi meno noti ma storicamente importantissimi e ritrovare la propria identità napoletana che alcuni concittadini stanno svendendo senza ritegno e senza pensare al futuro. Via della Solitaria dove si è creata questa prima iniziativa infatti prende il nome da Villa della Solitaria, dove venivano accolte le orfane e le vedove dei soldati spagnoli Mentre molti locali storici e librerie napoletane stanno chiudendo o hanno chiuso per fare spazio in nome del profitto a tutti i costi a catene commerciali e marchi mondiali che però nulla hanno a che vedere con le tradizioni napoletane e con il motivo per cui tanti turisti vengono a Napoli. La battaglia è quella di sostenere anche le origini e le tradizioni cittadine con piccole ma significative azioni in difesa della storia e della lingua napoletana. Il giusto business legato al turismo e anche la mercificazione di luoghi storici della città non deve spingere la popolazione a svendere le nostre tradizioni, la nostra lingua e le nostre peculiarità. Senza queste caratteristiche e con negozi e locali uguali a quelli che ci sono nel resto del mondo il flusso turistico potrebbe fermarsi in tempi rapidi mentre noi vogliamo che duri a lungo e permetta un nuovo sviluppo sociale e culturale per i napoletani".



 
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